San Benedetto - 11 luglio - Santi Cirillo e Metodio - 14 febbraio - Santa Brigida di Svezia - 23 luglio - Santa Caterina da Siena - 29 aprile - Santa Teresa Benedetta della Croce - 9 agosto

SAN BENEDETTO PATRONO D'EUROPA  -  Si celebrava il 21 marzo, ora si celebra l'11 luglio.

 "UN ASTRO LUMINOSO IN UN SECOLO BUIO".

San Benedetto, nato a Norcia intorno al 480 d.C., venne definito da San Gregorio Magno come "un astro luminoso", in un'epoca segnata da una grave crisi di valori. Gli insegnamenti di Benedetto, infatti, arrivarono dopo il declino della civiltà romana e furono fondamentali per la nascita della cultura europea. L'opera più importante di Benedetto, fratello di Santa Scolastica, è sicuramente la composizione della Regola, scritta intorno al 530. E' un manuale e un codice di preghiera per la vita monastica. Il Santo esorta i monaci, in particolare, a tendere "l'orecchio del cuore" e a "non disperare mai della misericordia di Dio". Era di famiglia nobile e rinunziò a tutto e si ritirò 17 enne a vivere in una grotta presso Subiaco. La sua intuizione diventò quindi una luce non solo per il monachesimo stesso, ma soprattutto fu una provvidenziale speranza per poveri e pellegrini e, dunque, per risollevare le sorti del Vecchio Continente. Benedetto ha portato la novità, dopo gli eccessi dell'età romana e delle violenze dei barbari, di non guardare "alla condizione sociale, né alla ricchezza" ma al "senso della persona, costituita a immagine di Dio" come affermò Papa Francesco in occasione della conferenza (Re)Thinking Europe nell'ottobre del 2017. A Benedetto si deve il famoso "Ora et labora".

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COMPATRONA D'EUROPA SANTA BRIGIDA DI SVEZIA, MADRE DI FAMIGLIA E RELIGIOSA FONDATRICE RICORRE IL 23 LUGLIO.

Compatrona d'Europa, venerata dai fedeli per le sue «Rivelazioni», nacque nel 1303 nel castello di Finsta, nell'Upplandi in Svezia, dove visse con i genitori fino all'età di 12 anni. Sposò Ulf Gudmarson, governatore dell'Östergötland, dal quale ebbe otto figli. Secondo la tradizione devozionale, nel corso delle prime rivelazioni, Cristo le avrebbe affidato il compito di fondare un nuovo ordine monastico. Nel 1349 Brigida lasciò la Svezia per recarsi a Roma, per ottenere un anno giubilare e l'approvazione per il suo ordine, che avrebbe avuto come prima sede il castello reale di Vastena, donatole dal re Magnus Erikson. Il viaggio durò in tutto 11 mesi e, al suo ritorno a Roma, Brigida si impegnò ancora di più nel cercare unità tra i francescani, indicò San Francesco come esempio da seguire e il Papa come guida naturale. Salvo alcuni pellegrinaggi, rimase a Roma fino alla sua morte avvenuta il 23 luglio 1373. La sua canonizzazione avvenne nel 1391.
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Cirillo (Costantino) e Metòdio, santi. - Nobili greci, detti gli "apostoli degli Slavi" (Cirillo 827-869; Metodio 815 circa - 885), erano figli del magistrato Leone, legato alla corte di Bisanzio. Alla morte del padre, sotto la protezione del cancelliere imperiale Teoctisto, Metodio passava in Macedonia ad amministrarvi una provincia, mentre Costantino (che si chiamò Cirillo quando si fece monaco), educato insieme al minorenne imperatore Michele III, divenne presto sacerdote e bibliotecario patriarcale. Quando in seguito (855) Barda, zio di Michele, ucciso Teoctisto, fece chiudere in convento l'imperatrice madre Teodora, i due fratelli preferirono ritirarsi in un monastero sull'Olimpo di Bitinia. Donde, inviati (860) dall'imperatore presso i pagani Cazari (dislocati fra il Caucaso e il Don) per convertirli, riuscirono ad attuare il loro avvicinamento politico a Bisanzio. Poi nell'863 furono inviati a predicare in Moravia, dove svolsero larga opera di proselitismo ...

 ...(fu cominciata a tale scopo la C. la traduzione della Sacra Scrittura, che continuerà poi Metodio); accusati d'eresia, passarono a Roma latori delle reliquie di s. Clemente; papa Adriano II (867) approvò l'uso, da essi sostenuto, del paleoslavo nella liturgia. Morto C. (a Roma), Metodio, nominato vescovo di Sirmio, continuò l'opera in Moravia organizzandovi tra l'altro una gerarchia ecclesiastica in qualche modo autonoma, che finì con l'affermarsi, nonostante l'opposizione del clero tedesco. Festa, 14 febbraio (fino al 1970, 7 luglio) per la Chiesa occidentale, 11 maggio per la Chiesa orientale. Giovanni Paolo II li ha proclamati (1980) compatroni d'Europa (con s. Benedetto da Norcia patrono principale dal 1964).

Enciclopedia Treccani

Caterina da Siena sempre vicina ai malati di peste

 Caterina da Siena, dottore della Chiesa, compatrona dell'Italia e dell'Europa, riteneva che assistere gli ammalati e i poveri, che impersonavano Cristo sofferente, fosse il modo per trovare il Signore. Caterina fu attiva soprattutto presso l'ospedale di Santa Maria della Scala.

Questa istituzione accoglieva moltissimi pazienti affidati alle modeste cure mediche del tempo e alla pietosa assistenza dei parenti e di qualche volontario. E c'erano anche malati che nessuno assisteva, o perché non avevano parenti, o perché erano afflitti da malattie contagiose. 

    La santa senese si dedicò ad assistere in particolare quest'ultimo tipo di ammalati. Questa sua attività durò per mesi, specialmente in tempo di epidemie, allora molto frequenti e micidiali; il suo esempio cominciò a essere imitato da altre Mantellate della sua fraternità. Nel 1374 a Siena scoppiò la peste bubbonica, il flagello della malattia aveva trasformato la casa di Caterina in un lazzaretto. Caterina accorreva dovunque, di giorno e di notte pronta a ogni richiamo. Anche il suo confessore fra Raimondo da Capua ne è contagiato. Lui stesso più tardi racconta gli avvenimenti. Descrive i sintomi della malattia, poi la corsa disperata, sorretto da un altro frate fino alla casa di Caterina.

La santa non si trova in casa, e quando rientra, vede il suo confessore in quello stato, si butta in ginocchio e prega. E' convinta che solo in quel modo possa aiutarlo. Miracolosamente fra Raimondo guarisce e in seguito raccontò che aveva avuto la sensazione di sentirsi strappare via dal corpo il bubbone e il male.

Nell'omelia durante la proclamazione a Dottore della Chiesa papa Paolo VI ne descrisse la 'sapienza': "Ciò invece che più colpisce nella Santa è la sapienza infusa, cioè la lucida, profonda ed inebriante assimilazione delle verità divine e dei misteri della fede, contenuti nei Libri Sacri dell'Antico e del Nuovo Testamento: una assimilazione, favorita, sì, da doti naturali singolarissime, ma evidentemente prodigiosa, dovuta ad un carisma di sapienza dello Spirito Santo, un carisma mistico.

Caterina da Siena offre nei suoi scritti uno dei più fulgidi modelli di quei carismi di esortazione, di parola di sapienza e di parola di scienza, che S. Paolo mostrò operanti in alcuni fedeli presso le primitive comunità cristiane, e di cui volle che fosse ben disciplinato l'uso, ammonendo che tali doni non sono tanto a vantaggio di coloro che ne sono dotati, quanto piuttosto dell'intero Corpo della Chiesa".

Nell'udienza del 24 novembre 2010 papa Benedetto XVI ha invitato a seguire il suo esempio: "Come la santa senese, ogni credente sente il bisogno di uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il prossimo come Cristo stesso ama. E noi tutti possiamo lasciarci trasformare il cuore ed imparare ad amare come Cristo, in una familiarità con Lui nutrita dalla preghiera, dalla meditazione sulla Parola di Dio e dai Sacramenti, soprattutto ricevendo frequentemente e con devozione la santa Comunione...

Attorno ad una personalità così forte e autentica si andò costituendo una vera e propria famiglia spirituale. Si trattava di persone affascinate dall'autorevolezza morale di questa giovane donna di elevatissimo livello di vita, e talvolta impressionate anche dai fenomeni mistici cui assistevano, come le frequenti estasi. Molti si misero al suo servizio e soprattutto considerarono un privilegio essere guidati spiritualmente da Caterina. La chiamavano 'mamma', poiché come figli spirituali da lei attingevano il nutrimento dello spirito".

E nell'udienza generale del 29 aprile 2015 papa Francesco aveva invitato i giovani ad 'innamorarsi' della Santa: "La sua esistenza faccia comprendere a voi, cari giovani, il significato della vita vissuta per Dio; la sua fede incrollabile aiuti voi, cari ammalati, a confidare nel Signore nei momenti di sconforto; e la sua forza con i potenti indichi a voi, cari sposi novelli, i valori che veramente contano nella vita familiare".

La sua esistenza può essere 'racchiusa' in questa preghiera': "O Spirito Santo, vieni nel mio cuore: per la tua potenza attiralo a te, o Dio, e concedimi la carità con il tuo timore. Liberami, o Cristo, da ogni mal pensiero: riscaldami e infiammami del tuo dolcissimo amore, così ogni pena mi sembrerà leggera. Santo mio Padre, e dolce mio Signore, ora aiutami in ogni mia azione. Cristo amore, Cristo amore. Amen".

  Edith Stein nacque a Breslavia, all'epoca ancora città tedesca, ma anche di popolazione francese, il 12 ottobre 1891 da Sigfrido e Augusta Courant, entrambi ebrei di origine. Possedevano un'attività commerciale di legname, prima a Lubliniec e poi a Breslavia, dove appunto nacque Edith, ultima dei sette figli della famiglia Stein-Courant, la quale nel luglio del 1893 si vide improvvisamente privata del capofamiglia, morto per insolazione, come narra la stessa Edith. Fu Augusta dunque a sobbarcarsi l'impegno di sfamare la numerosa prole prendendo personalmente le redini dell'azienda. Ella divenne una figura molto cara a Edith, che nelle sue memorie familiari la ricorda spesso come una donna instancabile e coriacea, forte di carattere e parecchio abile negli affari.

Dal 12 ottobre 1897 la piccola Edith cominciò la scuola, distinguendosi presto come bambina dall'intelligenza acuta e precoce. La sorella Erna la definì "straordinariamente pronta d'ingegno".

Concluse le elementari, proseguì con i corsi ginnasiali. Fra i 15 e i 16 anni prese la ferma decisione di non frequentare più la scuola preferendo trasferirsi ad Amburgo presso la sorella Elsa, dove rimase per circa un anno, trascorso principalmente nell'assidua lettura di libri di letteratura antica e moderna nonché di filosofia, la quale già in quel periodo cominciava ad attirare le sue attenzioni e il cui studio presto l'avrebbe condotta ad un dichiarato ateismo. Ricredutasi riguardo al proprio percorso scolastico, decise di intraprendere un esame da privatista per recuperare il tempo perduto e riprendere così le compagne all'ultimo anno scolastico della maturità, su consiglio del cugino Richard Courant. Obiettivo che raggiunse pienamente. Stein diventò membro della facoltà a Friburgo. In questi anni si dedicò anche all'attività politico-sociale, impegnandosi nel Partito Democratico Tedesco (DDP) a favore del diritto di voto alle donne e al ruolo nella società della donna che lavora[8]. Nonostante avesse già avuto contatti con il cattolicesimo, rimase sconvolta da una donna "qualsiasi"[9] che con i sacchetti della spesa era entrata in una chiesa per pregare; questo avvenimento segnò l'inizio del suo cammino di avvicinamento alla fede cattolica (aveva compreso che Dio lo si può pregare in qualsiasi momento, avendo con Lui un rapporto personale) ma fu solo dopo aver letto l'autobiografia della mistica santa Teresa d'Avila, durante una vacanza nel 1921, che abbandonò formalmente l'ateismo e si convertì.

Battezzata il 1º gennaio 1922 a Bad Bergzabern, andò ad insegnare presso due scuole domenicane per ragazze a Spira (1923-1931). Durante questo periodo, già indirizzata alla vita di clausura, si accostò alla filosofia tomistica, tradusse il De veritate di san Tommaso d'Aquino in tedesco. La sua vita fu scandita da preghiera, insegnamento, vita comune con le allieve e studio personale. Nel 1931 divenne lettrice all'Istituto di pedagogia scientifica a Münster, ma le leggi razziali del governo nazista la obbligarono a dimettersi nel 1933.

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